Un Confronto Critico
La nostra ricerca esamina criticamente i concetti in evoluzione di intelligenza naturale e artificiale, facendo luce sulla loro complessa interazione. Al centro di questa indagine c’è la questione di lunga data dei bias intrinseci nel costrutto di intelligenza e la necessità urgente di ripensare queste nozioni nel contesto delle nuove scienze cognitive e della filosofia della mente contemporanea.
La comprensione tradizionale dell’intelligenza è stata spesso offuscata da bias culturali, sociali e metodologici (Gould, 1981). Questi bias hanno modellato le nostre percezioni e misurazioni dell’intelligenza umana, portando spesso a interpretazioni e applicazioni distorte. Con l’avanzare dell’Intelligenza Artificiale, è imperativo affrontare e correggere questi bias per sviluppare una comprensione più inclusiva e accurata dell’intelligenza.
La nostra esplorazione si basa sui quadri teorici della cognizione delle 4E — cognizione incarnata (embodied), incorporata (embedded), estesa (extended) ed enattiva (enactive) — e della cognizione delle 4A — cognizione affettiva, adattiva, anticipatoria e agentiva (Newen et al., 2018; Gallagher, 2020). Questi paradigmi offrono una visione olistica dei processi cognitivi, sottolineando l’interconnessione tra mente, corpo e ambiente.
La cognizione incarnata sostiene che i processi cognitivi sono profondamente radicati nelle interazioni del corpo con il mondo (Varela et al., 1991). La cognizione incorporata enfatizza il ruolo dell’ambiente circostante nel modellare le funzioni cognitive. La cognizione estesa sostiene che i processi cognitivi possono estendersi oltre il cervello per includere dispositivi e strumenti esterni (Clark & Chalmers, 1998). La cognizione enattiva si concentra sull’interazione dinamica tra un organismo e il suo ambiente.
Allo stesso modo, la cognizione 4A espande questa comprensione incorporando la dimensione affettiva, evidenziando il ruolo delle emozioni nella cognizione (Colombetti, 2014). La cognizione adattiva sottolinea la capacità di adattarsi agli ambienti in cambiamento. La cognizione anticipatoria affronta la capacità di prevedere e prepararsi per eventi futuri. La cognizione agentiva considera le azioni autonome e intenzionali degli agenti cognitivi (Gallagher, 2020).
Integrando questi quadri teorici, la nostra ricerca mira a ricontestualizzare l’intelligenza in un modo che trascenda i bias tradizionali. Siamo particolarmente interessati a come questi paradigmi possano informare lo sviluppo e la valutazione dell’Intelligenza Artificiale, creando sistemi che non siano solo intelligenti, ma anche adattabili, affettivi e capaci di interazioni significative con il loro ambiente.
Il nostro studio pone domande critiche:
- Come i bias nei costrutti tradizionali di intelligenza influenzano e hanno influenzato lo sviluppo dell’IA?
- In che modo i principi della cognizione 4E e 4A possono rimodellare la nostra comprensione dell’intelligenza naturale e artificiale?
- Come possono queste intuizioni portare alla creazione di IA più allineate con le complessità cognitive ed emotive umane?
Attraverso questa ricerca, ci sforziamo di promuovere un dialogo più profondo e sfumato sull’intelligenza nel XXI secolo. Unitevi a noi mentre sfidiamo i vecchi paradigmi e apriamo la strada a una comprensione più equa e completa dell’intelligenza nei regni naturale e artificiale.
Riferimenti
- Clark, A., & Chalmers, D. (1998). “The extended mind”. Analysis, 58(1), 7-19.
- Colombetti, G. (2014). The Feeling Body: Affective Science Meets the Enactive Mind. Cambridge, MA: MIT Press.
- Gallagher, S. (2020). Action and Interaction. Oxford: Oxford University Press.
- Gould, S. J. (1981). The Mismeasure of Man. New York, NY: W.W. Norton & Company.
- Newen, A., De Bruin, L., & Gallagher, S. (2018). The Oxford Handbook of 4E Cognition. Oxford: Oxford University Press.
- Varela, F. J., Thompson, E., & Rosch, E. (1991). The Embodied Mind: Cognitive Science and Human Experience. Cambridge, MA: MIT Press.